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ABUSIVISMO EDILIZIO FENOMENO SOCIALE

 

03/04/2024 di Giuseppe Clemente

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Ho avuto modo di conoscere il fenomeno dell’abusivismo edilizio per motivi di lavoro sia come tecnico Libero Professionista che come tecnico istruttore presso diversi Comuni della Provincia di Trapani

E’ evidente che il fenomeno dell’abusivismo edilizio vada contrastato con tutti gli strumenti possibili ma è anche vero che lo stesso sia a mio avviso un fenomeno sociale che colpisce senza distinzione di fascia sociale.

Sono in molti tra giornalisti, politici, personaggi noti dello spettacolo,  Ministri della Repubblica ad aver avuto a che fare con una denuncia di abusivismo edilizio.

Sicuramente quando si parla di abusivismo edilizio si pensa subito alle villette vicino al mare, fenomeno che si diffonde nel periodo del boom economico dove la scoperta del mare e delle vacanze porterà in tanti a costruirsi la casa al mare.

Come tutti i fenomeni sociali devono essere studiati e regolamentati. La prima Legge sul Condono Edilizio che conosce l’Italia è stata voluta dal Governo Craxi che in maniera seria, senza ipocrisia 

ideologica e con grande maturità politica ritenne di regolamentare il fenomeno dell’abusivismo edilizio.

La legge n.47 del 28/02/1985 voluta da un governo Socialista oltre che regolarizzare i fabbricati per la maggior parte prime abitazioni prevedeva tutta una serie di norme per il contrasto e il controllo del territorio.

Faccio presente che all’interno del D.P.R. 380/2001 “Testo Unico sull’Edilizia” troviamo molti richiami alla L.47/85 (Governo Craxi). Se dopo 16 anni alcuni concetti normativi vengono ritenute ancora valide ed applicate vuol dire che il legislatore ha lavorato con serietà e lungimiranza.

Mi piace ricordare che molti Comuni non avevano ancora un Piano Regolatore Generale quando iniziarono i primi fenomeni di abusivismo edilizio che per lo più riguardavano prime abitazioni.

Inoltre è giusto ricordare che gli abusi edilizi sono stati realizzati alla luce del sole spesso i fabbricati erano prospicienti vie pubbliche, tutto ciò con la complicità della politica e di coloro che erano preposti al controllo.

Nel 2006 il Governo Prodi, decise di occuparsi dei fabbricati fantasma con la Legge n. 286 del 24 novembre 2006.

La normativa di fatto dava il mandato agli uffici catastali di avviare le operazione di telerilevamento degli “immobili fantasma” attraverso la sovrapposizione di mappe catastali già in atti con le foto aeree prodotte dalla AGEA in quegli anni.

Terminata questa complessa fase di telerilevamento, sul sito dell’ex Agenzia del Territorio vennero pubblicati gli elenchi delle particelle catastali sulle quale furono segnalati immobili non accatastati, o i presunti tali; gli stessi elenchi furono anche pubblicati sull’Albo pretorio di ogni Comune, attraverso i quale i proprietari avrebbero potuto/dovuto riscontrare la presenza o meno di immobili fantasma.

Si fa presente che L’Agenzia del Territorio, in conformità al D.L. 225/2010, ha legalmente notificato a tutti gli interessanti gli avvisi di accertamento tramite pubblicazione sull’Albo pretorio comunale. , pubblicandoli anche nella Gazzetta Ufficiale (in data 03 maggio 2012).

Ad oggi buona parte dei proprietari interessati da questi accertamenti non è consapevole di avere terreni censiti in questi elenchi, infatti non era prevista nessuna procedura di contestazione ai proprietari attraverso notifiche mirate (Raccomandate “giudiziarie, notifiche con Messo comunale o giudiziario, ecc).

Per questa casistica infatti la normativa procedurale ha consentito agli Enti pubblici di notificare “in massa” a molti proprietari con la semplice pubblicazione sull’Albo Pretorio comunale.

In caso di mancata regolarizzazione spontanea L’Agenzia del Territorio ha effettuato le procedure di accertamento d’ufficio, addebitando al possessore le relative spese tecniche, oltre alla sanzione per omessa denuncia.

Sono più di due milioni gli immobili non dichiarati e quindi sconosciuti al fisco, il paziente lavoro dell'agenzia delle Entrate sta facendo emergere la fungaia dell'abusivismo edilizio e dell'evasione fiscale immobiliare.

Per la prima volta i Comuni sono messi di fronte alla loro inerzia, stanno ricevendo le segnalazioni delle case accatastate, con nomi e cognomi, e dovranno verificare se all'origine c'era almeno una parvenza di licenza edilizia.

Va ricordato che molti degli immobili fantasma sono abusivi e con l'emersione rischiano, almeno in teoria, la demolizione.
I problemi veri per i proprietari arrivano non tanto al momento di pagare le tasse quanto di rischiare le sanzioni per abusivismo edilizio.

La comunicazione al Comune dell'avvenuto accatastamento è immediata. L’Ufficio Tecnico Comunale dovrebbero verificare immediatamente la regolarità urbanistica dell'edificio, cosa che peraltro avrebbe dovuto fare anche prima.

Tutti i Comuni tramite il portale SISTER dell’Agenzia delle Entrate tramite un clik hanno in tempo reale tutti i fabbricati fantasma accatastati ai sensi del D.L. 78/2010.

Le conseguenze potrebbero essere gravi, in caso di mancanza di licenza o permesso di costruire scattano pesanti sanzioni, e in violazione del P.R.G. la casa andrebbe demolita.

Preso atto del fenomeno sociale collegato all’abusivismo edilizio,  e del fatto che i fabbricati fantasma vengono regolarizzati ai fini fiscali d’ufficio i Socialisti ritengono che occorra una norma che possa regolarizzare anche urbanisticamente il fabbricato ex fantasma.

Potrebbe essere l'occasione per riordinare non solo le carte ma anche il panorama immobiliare.

Sicuramente la nuova norma avrebbe tutti gli effetti di un Condono edilizio anche se oggi tale definizione potrebbe turbare la sensibilità e le notti di qualcuno.

Rimane il fatto che da diversi anni alcuni cittadini stanno pagando i tributi sui fabbricati ex fantasma senza nessuna garanzia sulla loro regolarizzazione urbanistica.

A vedere i numeri sarà difficile per i Comuni verificare la regolarità urbanistica dei fabbricati fantasma, procedere ad un eventuale ordinanza di demolizione, procedere alla demolizione tramite anticipazioni o prestiti dalla Cassa Depositi e Prestiti oppure procedere d’ufficio per l’acquisizione al patrimonio comunale.

Ritengo che depurati gli abusi collocati in zone dove è vietata ogni edificazione o zone vincolate sia opportuno e responsabile tramite una norma regolarizzare oltre che catastalmente anche urbanisticamente gli immobili fantasma.