Avanti Sicilia!

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Organo del Partito Socialista Italiano della Federazione Regionale della Sicilia

 

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   Direttore: Enrico Giuliano di Sant’Adrea    

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Congresso della Federazione del PSI di Palermo

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Care compagne, cari compagni. Il congresso della federazione di Palermo, è stato un Congresso di alto livello e di eccezionale valore. Abbiamo registrato interventi attenti, scrupolosi e lungimiranti. 
Due sindaci in carica, un ex parlamentare ed i segretari provinciali di Sud Chiama Nord, PD e M5S, hanno portato il loro saluto, con interventi diffusi e con proposte di alleanza politica e fattiva, confermando la loro attenzione ed il loro rispetto verso il PSI siciliano. 
Sono orgoglioso di aver potuto ascoltare ed apprezzare l’intervento del compagno Li Puma, che ha sottolineato l’incipit della mozione “La Sicilia è terra di Socialismo”, facendo riferimento alle origini del socialismo siciliano e prospettando lo sguardo al futuro, sempre con l’attenzione alle difficoltà di chi è meno fortunato, in una terra di periferia, priva di infrastrutture ed opportunità. Il compagno Lampone ha richiamato i punti della mozione, nei quali si faceva riferimento al rapporto con le forze sociali e sindacali, alla prospettiva eco-socialista ed allo sviluppo delle relazioni con le forze politiche progressiste, di cui il PSI siciliano ha storia e caratteristica, per esserne leader. Bellissime le riflessioni del compagno Ganazzoli, che ha ripreso ed ampliato la parte programmatica, rivolta all’analisi ed allo sviluppo del contesto politico- sociale della nostra terra e della provincia di Palermo, dal sistema scolastico che dev’essere modello di integrazione, formazione e tolleranza, alle risposte che una politica socialista può e deve dare ad una terra pover di diritti e ricca di bisogni. Importante la riflessione del compagno D’Agostino, che ha rimarcato ed ampliato quanto la mozione proponeva in termini di assistenza sociale, di promozione di aiuto sociale e di ammodernamento e riforma del sistema di previdenza sociale e di assistenza. Utile la riflessione politica del sindaco di Casteldaccia, Di Giacinto, ritornato ed accolto calorosamente in un congresso del PSI, che ha spiegato le difficoltà di un sistema politico malato, basato sul controllo dei gruppi parlamentari e della necessità di una legge elettorale che ristabilisca il giusto rapporto di rappresentanza tra eletti e territorio, come significato nella mozione in discussione. 
Spiace che qualcuno abbia voluto vedere il bicchiere mezzo vuoto e non abbia avuto modo di seguire con attenzione il dibattito.
Faccio parte di quella generazione di compagni, come Bobo Craxi e Oscar Oddo, che abbiamo avuto la fortuna di essere figli di uomini che hanno fatto la storia del socialismo e del PSI e sappiamo bene che il paragone con i nostri padri è impietoso; ma per questo non abbiamo il diritto di far politica? Solo perché figli di socialisti “importanti”,  secondo qualcuno non possiamo essere dei semplici compagni, che credono nei valori e nella storia del PSI? 
Carissime compagne, carissimi compagni, di questo congresso ci rimarrà il piacere delle tesi dibattute, del valore degli interventi, del confronto democratico ed appassionato, del pranzo con tutti i compagni e l’impegno per il percorso di rifondazione e di rinascita del nostro partito.
Avanti, compagni! “La Sicilia è terra di socialismo”, di socialismo e di socialisti veri!!!

 

Spiace che qualcuno, che ha trascorso la quasi totalità della durata del congresso, conversando ad alta voce col vicino di posto, non abbia seguito i lavori e gli argomenti e si sia permesso di giudicare il congresso “una delusione per la pochezza o meglio per la totale assenza di dibattito e per il ritorno al nepotismo”.  Se magari l’anziano compagno, non iscritto -come egli stesso si definisce-  avesse prestato attenzione agli interventi, avrebbe apprezzato quanto da tutti i congressisti approvato. Se poi della parte generale della mozione, di 4 cartelle, che ho avuto l’onore di proporre e presentare, nel suo intervento ha criticato esclusivamente il richiamo a Garibaldi, su cui ha espresso una personale opinione negativa e se della parte specifica di programmazione territoriale, ha contestato solo la mancanza di pathos con cui è stata letta dall’ottimo segretario appena eletto, certamente di delusione si può parlare, ma da parte nostra, nei confronti di chi, propone la critica del giorno dopo, senza argomento.
Faccio parte di quella generazione di compagni, come Bobo Craxi e Oscar Oddo, che abbiamo avuto la fortuna di essere figli di uomini che hanno fatto la storia del socialismo del PSI e che sappiamo bene che il paragone con i nostri padri è impietoso; ma per questo non abbiamo il diritto di far politica? Solo perché figli di socialisti “importanti”, non possiamo essere dei semplici compagni, che credono nei valori e nella storia del PSI? Mentre a chiunque è permesso ed è lecito perfino partecipare ad un congresso, al solo scopo di disturbare e cercare di creare scompiglio, a Bobo, a me ed a Oscar, che cerchiamo solo di portare avanti le idee dei nostri padri e dei nostri compagni e gli ideali del nostro partito, va rivolta l’accusa, o meglio l’offesa, di godere di nepotismo? Eppure, se abbiamo rappresentato il partito nelle Istituzioni e nell’organizzazione interna, lo abbiamo fatto essendo democraticamente eletti, nel rispetto delle regole e servendo lo Stato, “con disciplina ed onore”, mai tradendo il PSI, mai albergando in altri partiti. Mio padre mi ha insegnato che “si vive per la politica e non della politica”. Se socialisti, si fa politica per passione e idealità, non per incarichi, sottogoverni, presidenze che non si negano a nessuno, strapuntini, mancette. 
Indecoroso è stato piuttosto osservare l’atteggiamento di quel compagno che ha trascorso il tempo del congresso a conversare ad alta voce ed a parlare al telefono a tutto volume. Ha interrotto la semplice comunicazione e formale di apertura, chiedendo le specifiche ragioni statutarie. Sono così stato costretto ed enunciare davanti agli ospiti, i segretari politici provinciali dei partiti di opposizione e davanti al sindaco di Trabia, che il congresso era stato convocato dalla segreteria regionale, con delega di quella nazionale, per la mancata convocazione che sarebbe stata dovuta dal commissario provinciale; che si costituiva la commissione regionale congressuale, perché il commissario non ha costituito quella provinciale; che si costituiva la commissione regionale per il regolamento e lo statuto, perché il commissario non ha costituito quella provinciale e tutto questo, malgrado il lungo periodo di gestione commissariale, durante il quale, non un solo organismo è stato costituito, non una sola volta è stata convocata l’assemblea degli iscritti. Ho dovuto anche -grazie alla domanda del compagno- spiegare che la relazione di apertura ha dovuto svolgerla il segretario regionale, perché il commissario, non ha avuto nemmeno la compiacenza di essere presente ai lavori. Nel proprio intervento, ha esordito con gravissime accuse nei confronti del segretario regionale, reo a dir suo, addirittura di minacce. Faccio presente al compagno, che le accuse non provate si chiamano calunnie. Ha poi affermato che la commissione regionale per il regolamento, avrebbe concesso deroghe improprie. A domanda di chiarimento, ha affermato che sarebbero state concesse deroghe a “chi non ha diritto, della giunta di Pozzallo e del comune di Pozzallo”. Facendo parte della commissione ho dovuto replicare che nessuna richiesta di deroga è giunta, né da Pozzallo, né da alcun dove  e che magari, della situazione della sezione di Pozzallo, sarà opportuno parlarne nel congresso della federazione di Ragusa. Ha concluso chiedendo i nomi dei tesserati e dei presenti al congresso. È stato accontentato. Fuori dalla porta, ha asserito che avrei dovuto vergognarmi “per aver assecondato un sistema patriarcale”. Ho fatto presente che chiunque avrebbe potuto candidarsi alla carica di segretario, anche lui, così come mi aveva dichiarato di pretendere; sarebbe bastato scrivere una tesi congressuale e trovare 6 firme di sostegno, tra gli iscritti, ma pare non sia riuscito a farlo. 
Carissime compagne, carissimi compagni, di questo congresso ci rimarrà il piacere delle tesi dibattute, del valore degli interventi, del confronto democratico ed appassionato, del pranzo con tutti i congressisti e l’impegno per il percorso di rifondazione e di rinascita; le ragioni per le quali, sono stato costretto a questo chiarimento, per evitare che la voce di chi ha tentato risibilmente di rovinare la nostra festa, posse offuscarne il ricordo. Avanti, compagni! “La Sicilia è terra di socialismo”, di socialismo e di socialisti veri!!!

Enrico Giuliano