Avanti Sicilia!

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Fenomeno culturale

03/04/2024 di Enrico Giuliano

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Boston, Settembre 1991, conncorro per una borsa di studio, messa in palio dall’università di Harward, per il più meritevole studente straniero.  Il concorso è a titoli ed esami, chi se lo aggiudica, frequenterà un master di business admnitration, praticamente gratis e con tutto pagato. La condizione è che il beneficiario sia il più bravo tra gli studenti, non cittadini americani. Decido di provarci, se non altro per dovere di rappresentanza : ero l’unico del gruppo degli studenti italiani, ad avere i requisiti minimi per partecipare.
Dopo una settimana, pubblicano i risultati : ex æquo, siamo in 4 ad avere ottenuto lo stesso punteggio ed avere i titoli esattamente uguali. Ma la borsa di studio è una, così si rende necessario uno « spareggio » e si opta per un tema, ovviamente in inglese, il cui titolo era : « la realtà del mio Paese ». 
Il concorrente francese presentò un tema molto preciso e di indubbio interesse, circa la solidità del franco, essenziaziale per il bilanciamento dell’asse monetario europeo, che subiva i contraccolpi delle oscillazioni marco tedesco/dollaro USA. La facoltà era di economia, dunque da subito apparve come il tema più centrato. 

Il secondo concorrente era un austriaco stranissimo, sembrava uscito da un film ambientato in Tirolo, sempre con una giacca di panno verde,

Avanti Sicilia Enrico Giuliano

 un pizzetto lunghissimo rosso e dei pantaloni a schacci, sempre sorridente. Scrisse della ripresa dell’Austria, che solo da pochi decenni aveva ottenuto la piena libertà ed indipendenza politica, dopo aver gestito l’impero e le diverse sottostrutture economiche ed essere stata minimizzata dal Congresso di Vienna e poi aver subito i peggiori e più ingiusti danni di guerra, la seconda, come se fosse stata essa la protagonista e non invece la vittima. Parlò del libero mercato, in crisi in un modello non perfettamente concorrenziale. 
Il terzo era un giovane professore di Londra e francamente nessuno capì nulla delle teorie neoliberiste tachteriane, praticate con dirigismo economico-finanziario.
Io decisi di prendere in parola il titolo e parlai della realtà del mio Paese. Parlai della Cappella Sistina, della pietà di Michelangelo, di Santa Croce, di ponte Vecchio e della Giudecca, di piazza San Marco e di San Pietro, del Maschio Angioino e della cattedrale di Palermo, di quella di Trani, di quella di Ravenna e del duomo di Milano, del Po e dell’Adige. E malgrado l’unico dialetto che fossi in grado di parlare era il milanese, scrissi testualmente, che tutte le volte che passo da Fontana di Trevi, « me pija ‘n fricico ner core… ». Riportai « l’Infinito » e l’incipit del « Passero solitario »  e conclusi dicendo che nel mio Paese, tutto è poesia, tutto è arte, tutto è meraviglia, anche le autostrade. Da noi non c’è la Route 66, o la California Highway, ma 
« l’au-to-stra-da-del-sole »…. che meraviglia…. un settenario perfetto, che descrive un’immagine calda, serena, che ti invita a viaggiare e che l’unica cosa che non ti fa venire in mente, è l’asfalto. E poi la « serenissima », che ti porta a Venezia, non ti evoca code, nebbie o incidenti, ti fa pensare a quei paesaggi tra Bergamo alta e la Franciacorta, Soave, Verona e finalmete l’unicità di Venezia…..  Quando il direttore dell’Istituto annunciò il mio tema, disse : « l ‘Italia, quel luogo in cui, anche le autostrade, sono poesia ». Vinsi la borsa di studio.
Per questo, per tutto questo, per tutte le nostre città, per tutti i nostri borghi, le nostre chiese, le nostre stradine, le nostre poesie e le nostre prose, per i nostri nuclei storici, per i nostri laghi, per le nostre colline, per le alpi e gli appennini, per il nostro mare…. per tutto questo e per tantissimo altro ancora, chi propone i condoni edilizi, è un criminale. E’ criminale  chi violenta la natura, che non è nostra, ma l’abbiamo ereditata dai nostri padri e l’abbiamo in prestito dai nostri figli. E’ un criminale chi deturpa l’ambiente, chi innalza mostri e distrugge monumenti, ma è peggio di lui quel legislatore piccolo piccolo, che promette a chi paga una multa, di condonargli il crimine e di lasciare l’obrobrio e impedire ad un giovane studente tra mille, di essere l’unico a poter vantare l’orgoglio di appartenere al solo Paese, un cui, anche le autostrade, sono poesia.