Avanti Sicilia!

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Disabilità. C’è tanto ancora da fare

03/04/2024 di Calogero Jonathan Amato

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Comunismo Avanti Sicilia

La questione ”Livelli di assistenza o di cittadinanza per le persone con disabilità” può sembrare una questione difficile per i suoi risvolti tecnici e perciò da riservare agli addetti ai lavori. Ci sono invece soluzioni per queste problematiche gestibili non solo su scala professionale, ma anche su scala sociale. Si tratta di soluzioni che rendono possibile una valutazione comunitaria di quanto viene garantito per la tutela dei diritti delle persone disabili. Per fare questo, però, c’è bisogno di condividere una strategia e, prima ancora, di porsi alcune domande. Innanzitutto, parlare di ”cittadinanza sociale” vuol dire interrogarsi su quali opportunità sono disponibili sul territorio e per chi. 

Infatti, uno dei principali problemi odierni è la disuguaglianza nell’accesso ai servizi, cioè le opportunità che dovrebbero essere riservate prima di tutto a chi ne ha più bisogno. 

Questa è sostanzialmente un’ingiustizia, perché le risorse sono limitate e non possono essere sprecate. La gestione delle risorse è infatti centrale nella definizione dei livelli essenziali di assistenza: bisogna anzitutto conoscerne dimensioni e qualità, per poi domandarsi come possono essere condivise, tenendo conto sia di quelle pubbliche sia di quelle solidaristiche.

  La cittadinanza per essere tale deve avere tre requisiti: universalità di accesso, cioè chi ha bisogno è giusto che abbia le risposte necessarie; eguaglianza nell’accessibilità, quindi rimozione degli ostacoli che causano le disuguaglianze; condivisione del rischio finanziario grazie alla ”solidarietà fiscale”. Tuttavia, c’è un problema che oggi è al centro del dibattito politico. Dopo la modifica del titolo V della Costituzione le cose sono cambiate, e molte responsabilità che prima venivano gestite a livello centrale devono ora “mettere casa” all’interno delle singole regioni. In questo scenario mancano soluzioni giuridiche efficaci per una adeguata tutela dei più deboli. Questo costringe molte persone ad accettare quello che trovano e/o che ricevono in una apparente ”normalità” che penalizza molte persone e famiglie che quotidianamente devono fronteggiare gravi difficoltà senza adeguato sostegno. Affrontando questi problemi non bisogna cioè perdere di vista che i destinatari sono persone spesso in gravi condizioni di bisogno e, proprio per questo, portatrici di un maggior diritto di essere prese in carico con i loro problemi e di avere risposte efficaci. La personalizzazione delle risposte è, infatti, in direzione contraria alla standardizzazione, verso cui invece un certo mercato dei servizi alle persone è interessato a muoversi per abbattere i costi di produzione. Dunque ”livelli essenziali di assistenza” cosa significa? Decidere 1. quanto vogliamo spendere per tutelare le persone, in termini di quantità e qualità di risorse (input), 2. come trasformare i fondi disponibili in risposte organizzate e professionalmente qualificate (output), 3. con che indicatori di efficacia verificare se le persone hanno avuto risposte positive cioè efficaci per gestire adeguatamente i problemi derivanti dalla condizione di bisogno. Nella qualità di responsabile delle problematiche sulla disabilitò regionale del partito, nei prossimi mesi m’impegnerò  per incontrare tutti i siciliani che quotidianamente devono fronteggiare grandi difficoltà.