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Il garantismo è un valore assoluto

08.05.2024 di Enrico Giuliano

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Conosco Giovanni Toti, da quand’era un giovane socialista di Aulla, paese in cui il PSI era il primo partito, cosa che rimarcava sempre con un sorriso beffardo, soprattutto a noi di Milano. Era simpatico, colto, attento, sempre con un italiano perfetto e con quello spirito molto elegante e mai volgare, che hanno da quelle parti. I giovani socialisti avevamo già conosciuto Enrico Mentana e Danilo Scarrone, appena elevati agli onori dei TG e tutti scommettevamo che Giova, avrebbe seguito e superato le orme di Mentana e Scarrone; così è stato e non ha mai abbandonato l’attenzione per la politica. La sua carriera, di giornalista e di politico è stata folgorante e non deve dire grazie a nessuno. Per dirla tutta, considerando il panorama politico italiano, tra sindaci, ministri, assessori e governatori, Giovanni Toti è l’ultimo, anzi, non è nemmeno nella lista di quelli, i cui nomi mi sarei aspettato di leggere nelle  cronache giudiziarie e confido nel celere e giusto operato della magistratura. E qui finisco e qui comincia il mio senso del garantismo.

Le sentenze si rispettano e non si commentano, ma qui non siamo ancora a sentenza, siamo in un luogo delle indagini, che hanno prodotto una misura drammatica, che è la provazione della libertà. Dell’attività  giudiziaria in corso, possiamo parlare, sia in difesa di Toti, che in critica nei suoi confronti, unicamente perché non è ancora legge, quel testo di cultura fascista, che vuole limitare la libertà di stampa e dunque di conoscenza, in una libera democrazia. Se fosse già legge, avremmo semplicemente letto: “Arrestato Giovanni Toti”. Nulla di più; chiunque avrebbe potuto pensare a qualsiasi delitto. Questa è la prima ragione per cui il garantismo è mortificato dal questa intenzione del Governo. Poi ci sarebbe stata mamma RAI, che dal settimo piano, avrebbe spiegato ai giornalisti, che della vicenda non si sarebbe dovuto parlare, esattamente come ha fatto per lo sciopero dell’USIG RAI e addio alla libera informazione, Toti sarebbe stato ancora più in pasto alla gogna. 

Delle indagini in corso, invece, si può ed è naturale discuterne, esprimere pareri, considerazioni, ciascuno in base al proprio sentimento e pensiero. Tutti, tutti i cittadini hanno il diritto di farlo; tutti i cittadini, tranne uno: il ministro della Giustizia in carica. Nordio è l’autorità del governo nei confronti della magistratura, ha il potere di inviare ispettori, di controllare attività, azione ed iniziativa dei magistrati e  adoperarsi in senso sanzionatorio, nei loro confronti. Nordio è l’unico che può -e così è nella strada giusta- violare il principio della separazione dei poteri ed è proprio quello che ha fatto, a reti unificate, ccriticando l’attività investigativa e l’azione dei magistrati, per altro senza conoscere nulla della questione e dei fatti e questo è l’ultimo colpo al garantismo. 

Il garantismo non è un’opinione politica, non è un vessillo, un titolo politico, è un principio, un valore etico e morale, inderogabile e non mutuabile. Non si può essere garantisti per Giovanni Toti e non per Ilaria Salis. Purtroppo la storia, quella che secondo Marx si ripete sempre due volta, la prima come tragedia, la seconda come farsa, la storia del fascismo tragedia e del neo-fascismo farsa, mostra subito tre cose: limitazioni della libertà di stampa, cancellazione della separazione dei Poteri e garantismo a senso unico.