Avanti Sicilia!

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La campagna dei socialisti per l’Europa
02.05.2024 di Enrico Giuliano

La cosa peggiore che può capitare ad un uomo, che trascorre molto tempo da solo, è quella di non avere immaginazione. La cosa peggiore per chi vuol riflettere, è di essere pigro e c’è un momento peggiore per ogni cosa. Il regno di Erode era il momento peggiore per essere bambini, il medio evo per essere una strega, il proibizionismo per essere alcolista e la campagna elettorale italiana, per trovare soluzioni. Non è solo il momento peggiore, ma è anche il più sbagliato, per individuare un sentimento, un valore, un coefficiente di identità del bisogno nazionale, da portare nel parlamento europeo. 
La campagna elettorale inizia oggi, ma alcune cose sono già chiarissime: 
1° I leader dei partiti prendono in giro i propri elettori, con il più falso e scialbo tra i messaggi: votatemi e votatemi tutti, perché mi candido per essere eletto in un parlamento, in cui bada ben, non andrò mai, anzi, appena eletto, mi dimetterò. 
2° Ogni segretario della maggioranza, candida qualcuno di improponibile, per fargli dire ogni vergogna politica, che egli stesso non ha il coraggio di dire, ma che serve al proprio elettorato più becero, che non ha il coraggio di mandare alle ortiche. Così Salvini candida quel tal Vannacci, quello per cui le donne devono fare la calza e per cui solo i maschi belli e sani godono dei diritti costituzionali;  Meloni risponde con quello Sgarbi, a cui ha chiesto di dimettersi da 

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sottosegretario, in quanto indegno; Tajani con gli ex leghisti Cota e Tosi.
3° Il calcio mercato, lo vince Forza Italia, che candida Caterina Chinnici, già MPA, poi PD, poi Forza Italia. Bim, bum, bam.
4° Poteva mancare il ridicolo? Ci pensa il/lo/la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si presenta come “Meloni Giorgia, detta Giorgia”. 
5° Nessuno, ma proprio nessuno, ha presentato il programma per il quale si candida a rappresentare il popolo italiano, nel parlamento europeo.

La volta scorsa, la Lega e Fratelli d’Italia, si candidavano per uscire dall’euro e dall’Europa. Non hanno fatto né l’una, né l’altra cosa e sinceramente, non so proprio cosa abbiano fatto, oltre alle merende con il peggio che circola da quelle parti, da Marie Le Pen ad Orban. Forza Italia non ha quasi mai votato insieme ai propri alleati di governo (ma “il governo è compattissimo”) ed il PD non ha rappresentato nessuna politica comunitaria. I Cinque Stelle c’erano? Scusate, non mi sono accorto.

Veniamo a noi e facciamolo senza ipocrisia.
Il PSI, dall’autunno aveva avviato una riflessione politica di ampio respiro ed i socialisti siciliani, possono esserne orgogliosi, perché la stagione ha avuto inizio ed impulso, dal congresso regionale di Marsala. Da lì è anche partita la strutturazione delle alleanze, per la Sicilia con Sinistra Italiana, Verdi, PD, +Europa, Radicali ed anche con Sud chiama Nord. Si è poi riflettuto su tutto il territorio nazionale, per costruire un’alleanza con partiti e movimenti compatibili, basandoci sui valori universali dei diritti dell’uomo, dei bisogni dei cittadini, dell’attenzione all’ambiente ed alle periferie meno fortunate, fino alla convention di Roma, al termine della quale il Consiglio Nazionale, ha unanimemente approvato la partecipazione alla lista con Verdi e Sinistra Italiana. 
Abbiamo poi saputo, che non se ne sarebbe più fatto nulla e che piuttosto il PSI -che nel frattempo aveva ospitato a Roma la convention del PSE per la scelta del candidato presidente della Commissione- aveva deciso di candidarsi in alleanza con +Europa, liste minori e Italia Viva, perchè in quella coalizione avrebbe avuto spazio la presenza del nostro simbolo, ma, badiamo bene, ma senza il riferimento al PSE, perché la lista ha già in bella mostra, l’indicazione del gruppo centrista Renew Europe.
Alla presentazione delle liste, la delusione -che è tutta politica- è ancor più evidente. Una delle personalità più illustri e di riferimento del partito, Bobo Craxi,  è escluso dalla lista del nord ovest.  La delusione è per l’uomo politico e lo è per il Partito che -senza di lui- nel nord ovest in particolare, ma per tutta la lista (mi permetto di dire) in generale, non avrà alcun riferimento significativo. Temo che la candidatura di Bobo, facesse ombra e togliesse ribalta ai candidati nostri alleati. Vedo che da quella che avrebbe dovuto essere la lista, all'ultimo momento, manca il nome del milanese Bobo Craxi, al posto del quale, vedo il livornese Marco Taradash. Un segno politico abbastanza e evidente se si fa riferimento alle vicende internazionali. Al netto della capolistatura del compagno Maraio, per altro all'interno di una lista estremamente competitiva, non vedo moltissimo riguardo per noi. Non voglio enfatizzare nessun malcontento, stiamo sentendo in molti compagni il disagio per l'estromissione di Bobo, di uno di noi, che richiama la nostra storia, più di chiunque e per quel che mi riguarda, il malcontento, per esserci accontentati di un capolista, rinunciando a molto, a moltissimo.
Non è e non deve essere minimamente  in discussione il nostro impegno, che comincia da oggi, anche per le amministrative. Ma c'è stato un fatto politico rilevante e credo che non dobbiamo trattarlo con un’alzata di spalle. 
Comunque, cosa fatta capo a.
Ma se Maraio non avesse ottenuto la testa di lista, probabilmente avremmo reagito parimenti.
Ora, che di mezzo ci sia andato un compagno altrettanto autorevole, non può non farci riflettere, né impedire una discussione doverosa. Possibilmente non cambia l’esito del risultato, ma che certamente influenzerà l’impegno di socialisti nel Nord, che ben conosco.

 

Così nasce il disgusto e capita che, chi ha voglia di riflettere, diventa pigro e che chi è pigro, che già di suo, voglia di riflettere ne ha poca, diventa ancor più pigro ed entrambi, si trovano nel peggior momento per riflettere: nella campagna per le elezioni europee
Chissà qual è il momento peggiore per sognare. Forse è proprio il momento peggiore, ad essere quello migliore per sognare. 
La scelta discriminante tra rassegnazione e passione, è proprio tra l’accettare o il rifiutare il grigiore dell’inimmaginazione del triste uomo solo, dell’inizio, rappresentato dall’ottimo Servillo in “quel che resta dell’amore”.


A lui, alla tristezza dell’uomo solo e privo di immaginazione, preferisco  Giorgio Gaber: “Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare.”
Insomma, libero come solo un socialista sa essere