Avanti Sicilia!

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LE INCHIESTE DI AVANTI SICILIA

Le ragioni del ponte

19/04/2024 L'OPINIONE DI AMEDEO GITTO (Segr. Fed. PSI MESSINA)

Le opere e le infrastrutture di cui la Sicilia necessita, rappresentano, per noi socialisti, un tema da approfondire con le forze politiche che stanno a sinistra, poiché sulle opere pubbliche alcune forze hanno assunto, da molto tempo, una incomprensibile posizione che, il più delle volte, è sembrata del tutto scollata dalla realtà.

Negli ultimianni, forse da qualchedecennio ormai, la sinistra italiana, specie quella più estrema, si è arroccata su posizioni ideologiche spesso del tutto contrarie alla propria tradizione.

Le operepubbliche rappresentano per noi socialisti invece una opportunità per rilanciare l’economia e l’occupazione. La realizzazione delle opere pubblicheattiva una sinergiadi diverse capacità manualie intellettuali che danno lavoro nella fase della loro costruzione e nella fase della manutenzione, a tecnici e maestranze diverse, ma anche artisti che spesso devono necessariamente essere coinvolti nella realizzazione delle grandi opere.


 

Per il sud, in particolare per la Sicilia e per la Calabria, sono necessarie, oltre gli investimenti per le opere strategiche, piani di investimenti mirati alla riqualificazione urbana del territorio con la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondariache sono il volano di crescita economica, sociale e culturale, oltre a rendere più vivibili non solo le città,ma anche le piccole realtàcomunali montane che registrano, purtroppo, un continuo spopolamento per carenza di servizi socio economici e culturali.

Inoltre, gli interventi di riqualificazione dei nuclei residenziali offrono la possibilità di richiamare investimenti in attività produttive e in attivitàturistico-ricettive, creando posti di lavoro permanenti sui luoghi.

La previsione di realizzare il ponte sullo stretto di Messina, opera strategica inseritanel programma della Comunità Europea, per i socialisti messinesi non è in discussione, poiché potrebbeessere uno strumentodi rilancio dell’economia di questo territorio, della Sicilia, della Calabriae dell’intero paese,però ritengono che non sia sufficiente e che per essere concretamente utile deve essere accompagnata da una organica progettualità di riqualificazione del territorio, poiché, inevitabilmente, in mancanza di un progetto strategico rigenerazione urbana, la città di Messina, ancorauna volta, dovràsubire, per interessi della comunità europea, una trasformazione irreversibile del territorio con distacco dalla provincia e quindi un tracollo economico.

Infatti, com’è noto, l’area dello stretto di Messina oltre un secolo fa, precisamente nel 1908, è stata sconvolta dal terremoto che ha cancellando un patrimonio civile,culturale, economico e sociale che aveva fatto di Messina uno dei centri più fiorenti del Mediterraneo sfruttando anche il suo legame con l’affaccio al mare e la presenza del un porto naturale .

Dopo la lenta ricostruzione, la Città, per la sua posizione strategica, è stata distrutta, di nuovo, dalla guerra vanificando lo sforzo ricostruttivo durato quasi 40 anni.

La ricostruzione della Città, dal dopo guerra, sottopose gli interessi della comunità messinese a quelli più generali del paese privilegiando la realizzazione di percorsi ferroviari lungo itinerari, sia in direzione verso Palermo che in direzione Catania,


 

certamente meno costosi nella realizzazione , ma che hanno rotto irrimediabilmente il secolare rapporto della Città con il mare, sottraendole, ai fini urbanistici, vaste aree pianeggianti e di grandevalenza paesaggistica, compromettendone, irreversibilmente, lo sviluppo quale Città a vocazione turistica.

La città urbana, con la cantieristica, la struttura industriale e quella di trasformazione dei prodotti agricoli, in mancanza di un piano di riqualificazione, non è più riuscita a recuperare il ruolo tradizionale tenuto nei secoli.

Le città di mare, come ad esempio Catania e Reggio Calabria, che nel tempo hanno ottenuto consistenti interventi di finanziamenti statali, hanno recuperato porzioni di territorio occupato da strutture ferroviarie che separavano la citta dal mare, mentre Messina, non avendo gli stessi investimenti, come per Catania e Reggio Calabria, le condizioni di vivibilità sono fortemente peggiorate a causa del flusso autoveicolare, specialmente con mezzi pesanti, oltre un milione all’anno, che attraversano il centro urbano di Messina per imboccare l’autostrada ME-PA e la ME-CT per raggiungere gli imbarcaderi, sia pubblici che privati e quindi la Calabria e viceversa.

 

Infatti, l’osservatorio di monitoraggio del grado di vivibilità delle Città italiane ogni anno, relega, purtroppo, la città di Messina negli ultimi posti della graduatoria.

Il piano che prevedela realizzazione del ponte sullo stretto Messina,affinché la città non subisca un definitivo tracollo economico, sociale e culturale, deve contenere, pertanto, anche un disegno strategico di rigenerazione urbana che preveda il riassetto delle infrastrutture ferroviarie, stradalee portuale, le cui modifiche devono consentire il pieno recupero del water front urbanoe la riqualificazione di tutta la fasciacostiera della città.

Per la Sicilia, oltre il ponte, occorre pensare di realizzare altre opere strategiche, non differibili, ad esempio: per far fronte alla penuria dell’acqua, per trattare i rifiuti solidi urbani, per collegare le provincie con una rete ferroviaria ad alta velocità, per produrre energia da fonti rinnovabili, per alleviare la carenza di presidi sanitari di eccellenza e di edifici scolastici .


 

L’elenco potrebbe continuare ma non è questa la sede per approfondire tutti i temi.

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